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Il medico volante napolitain


ANONYME, "Il medico volante"

in "Gibaldone comico di varij suggetti copiati da me, Antonio Passanti, per commando dell'Ecc. sig. Conte di Casamarciano", Napoli, Bibl. Nazionale, XI aa 41
Edition moderne par Pietro Toldo, "Di alcuni scenari inediti della commedia dell'arte e delle loro relazioni col teatro del Molière", Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, CDII (1907), p. 464-68

Ce scenario de commedia dell'arte constitue, avec "Il medico volante florentin" et Trufaldino medico volante, l'une des trois versions italiennes du sujet du "medico volante".

Les points de rencontre avec Le Médecin volant de Molière sont les suivants :


MEDICO VOLANTE.

Tartaglia padre,
Celia figlia,
Rosetta serva,
Lelio da se,
Coviello servo,
Dottore pad.e,
Isabella figlia,
Oratio da se.
Lutio amici
[Pollicinella servo d'Oratio]

[APPARENZE]

Genova (Città)

ROBBE

Sovra [lettra]
guanto
da medico [per Pol.]
da sonatori
bastone [per bastonare]
orinale (?) [barbe]
Graco da (?)
[greco da prattico] per Oratio

Atto i.

Prima scena:

Oratio vien raccontando a

Lutio suo amico l'amor di Celia, e la gelosia, in che la tiene la serva, e non curarsi tanto del padre di quella, quanto dubita della serva, Lutio li palesa l'amore di Isabella figlia del dottore, in questo

Celia da casa viene esortata da

Rosetta sua serva ad esser onesta, e tener gli occhi bassi, loro a parte li fanno cenni, Celia comprende, Ro­setta accorgendosi la sollecita alla partenza, e viano loro restano, in questo

Pollicinella dà un guanto ad Oratio, e li dice, che glielo mandava Celia lui lo prende, e vedendo una lettera la legge, e trova [il padre] l'haveva casata, e che lo sposo l'aspettava di giorno in giorno, onde lo su­plica che trovi una persona, che si possa finger da medico, che lei fingerà l'ammalata con l'oppilatione, e così quello, che li ordinasse l'oro potabile, e l'esercitio per il fresco, e così ogni mattina si vedranno, lui priega a Poll.a di fingere il me­dico, che lo regalerà, lui di sì, e partono per vestirlo.

Lelio e Coviello essere di già giunti in Genova per il madrimonio di Celia, né saper la casa del sig. Tartaglia padre della sposa, in questo

Tartaglia da casa, quelli chiedono di Tartaglia? lui perché lo domandano? Lelio esser lo sposo della figlia di quello, Tartaglia palesa esser lui, fà complimenti con quello, e dice, che la sposa era andata alla fiera per diportarsi, in questo

Rosetta di fretta racconta come la padrona era per un svenimento, mezza morta, occorso per causa, che due cavalieri, contendendo(no) frà di loro a chi spettava comprar[si la] fiera, son venuti all'armi, onde ti­randosi alcune pistolate, lei s'era svenuta, ed era quasi per morire, e via di fretta, quelli restano dispe­rati, e risolvono andare a soccorrerla, in questo

Rosetta viene portando appoggiata

Celia sua padrona. Tartaglia la esorta assai di buon[o] animo e li dà nuova dello sposo, lei ciò sentendo con il lazzo di ahimè,(?) Rosetta l'istesso, e via in casa, loro restano, Lelio dice: quella è mia sposa? fà il lazzo del sospiro, e via, Coviello il simile del padrone, e parte, Tartaglia disperato per un medico vol partire, in questo

Oratio da prattico dice del medico Marrocco, [il quale] per far conoscere la sua virtù, medica gratis, in questo

Poll. da medico, dop[p]ò scena, fà chiamare

Celia fà l'ammalata, lui la fà orinare, e col lazzo di sbruffare l'orina in faccia, finiscono l'atto primo.

Atto ii.

Dottore da casa esortando

Isabella sua figlia a volerla casare, li propone più persone in ultimo dice Lutio, lei approva donna in casa, e lui per ritrovarlo parte.

Lutio l'amor di lsabella, in questo

Celia ed Rosetta da casa, vedono quello, lo pregano che solleciti Oratio suo amico alle nozze, Lutio s'impegnia, e li promette di far, che Oratio sia suo, Celia ringra[ziando] l'abbraccia dicendoli: sollecitate se mi amate queste nozze e via, in questo

Isabella gelosa, lui si volta, e vedendola vole abbracciarla; le rimproverandolo entra, lui disperato resta, in questo

Oratio chiede del suo cordoglio? Lui dice per sua caggione, li dice il tutto, Oratio ciò sentendo, batte

Isabella inteso, si adira bastona l'uno, e l'altro, ed entra, in questo

Pollicinella in suoi abbiti, domanda del loro cordoglio? loro il tutto, lui dice, che la sincererà lui con ogni franchezza, batte

Isabella inteso, lo bastona, ed entra, lui resta col lazzo, di, così si castigano le donne, Oratio ordina vadi a vestirsi da medico, e lui li dice, vadino a vestirsi da sonatori, loro via e lui [per] vestirsi via

Tartaglia viene per sapere come passa la figlia, batte

Rosetta e Celia fingono l'ammalate, in questo

Poll. da medico, come passava colla sua infirmità? lei al meglio, e che la notte haveva dormito bene, li dice anche, come [al] far del alba, si era sogniata un sognio molto vago, quale li parea esser in un bel giar­dino, nel quale era un tenerissimo prato, d'onde vedeva uscire un vago armellino, e con sicurezza grande spatiando per quello pasceva, sinchè all'impen[z]ata vi giungeva un lupo, e volendo divorar l'armellino, era d'una piccola colomba difeso, Poll[icinella] li fà la sua interpetraretatione, dicendo, che il giardino era la sua camera, il prato la sua vita il lupo il male, che li sovrastava, ella l'armellino, la colomba lui, che per mezzo della sua virtù la guariva; Tartaglia ammirato, accenna d'esser(e) un huomo degnio, e voleva andare a trovare il Dottore, e farlo parlare con quello, e discorrere delle sue virtù, per far conoscere la sua dottrina, in questo

Lelio e Coviello temono, che il medico non sia furbo, fanno entrar(e) le donne in casa, Tartaglia via, e Poll.a resta discorendo con Coviello e Lelio, quale vede che quello discorre allo sproposito, e dice Lelio ha­versi anche sonnato, che lui era venuto per sposarsi Celia figlia di Tartaglia, e che haveva ritrovato un malandrino, che fingeva il medico per disturbare il madrimonio, e che lui pigliava un pezzo di legnio, e rompeva bene le braccia al medico, Poll. ciò inteso, dice haversi ancor lui sonnato un sonno più miste­rioso di quello, che li pareva, come il padrone era innamorato di una tal Celia figlia d[i] un tal Tartaglia, e la voleva per moglie, e che il padre la voleva casare con un tal Lelio forastiero, ed il padrone, per di­sturbare il tutto, haveva fatto vestir lui da medico, e se non poteva con quella inventione far niente, ed il forastiero Lelio (non?)[non] voleva andarsene, haveva ammanito [ammonito] una quantità di bravi, e voleva farlo uccidere, loro comprendono, e con il lazzo della riverenza partono, lui ridendo resta, in questo

Tartaglia viene pregando al

Dottore che discorra un poco con il medico, Poll[icinella] li dice quid est medicina, gramatica, loggica, et altro, chiamandolo ignorante, Dottore adirato via, loro restano, Tartaglia lodando la sua virtù, li raccomanda la figlia, lui che quella era guarita, a causa che la sua infirmità non era che malinconia, e che buschi sonatori, e via, Tartaglia resta et?[per] li sonatori in questo

Oratio e Lutio da sonatori, Tartagliam, dopo lazzi, li fa entrare, e lui resta, in questo

Lelio e Coviello dicono, che il medico era certo un furbo, vedono Tartaglia, lo salutano, chiedono come passa la sposa? lui al meglio, e discorre della virtù del medico, loro che era furbo, Tartagli(a) di nò, in questo

Poll. in suoi abbiti, in questo loro lo vedono, chiedono se lui era il med.co? lui esser(e) il fratello chiamato Narciso, e che, per haver fatto il servitiale alla mula, era in disgratia di quello, li priega di farlo far pace, loro si offrono, lui ringratiandoli parte, loro per trovare il medico Marrocco, vogliono partire, in questo

Poll. da medico, loro lo priegano pacificarsi col fratello, lui che voleva castigarlo, per haverli fatto il servi­tiale (alla mula), loro lo mandano dalla ammalata, e loro partono per trovar Narciso, e Coviello resta, e dice senza dubitar[n]e: esser il medico un furbo, in questo

Poll. in suoi abbiti in finestra, Coviello si meraviglia. Poll. fà il lazzo di alzarsi, e calarsi, hor da medico, hora in suoi abbiti, Coviello si meraviglia, e dice esservi imbroglia [imbroglio] (?), e via, Poll. salta dalla finestra in suoi abbiti, e si pone a passeggiare, in questo

Lelio e Tartaglia non haver [ri]trovato Narciso, vedono Poll., lo credono Narciso, li dicono volerlo far(e) pacifi­care col fratello, lui haver timore, loro che non dubiti; lui li priega, ch'entrino. Loro prima a placarlo, loro entrano, e lui salta per la finestra, ed entra, in questo

Coviello ciò osservando, se ne ride della furberia, in questo vengono fuori da casa

Tartaglia e Lelio esortando a

Poll. da medico a perdonare il fratello Narciso, lui finge adirarsi, che non può farlo, loro non lo vedono, Poll. finge vederlo di lontano, ed infuriandosi [ingiuriandosi] lo s[i]egue, loro appresso per pla­carlo, Coviello ridendo resta, in questo

Poll. in suoi abbiti, in questo

Lelio e Tartaglia dicono, che il fratello lo và cercando, lui, che du[b]bita e per [con] paura fugge, e loro appresso seguitandolo e con passate finiscono l'atto 2°.

Atto iii.

Policinella in suoi abbiti, dice essere imbrogliato, che molto ben sà, che in ultimo hav(e)rà da es­ser(e) ben bastonato, in questo

Lelio e Tartaglia vedono quello, credendolo Narciso l[i] assicurano non [h]aver paura del fratello Marocco, Che loro lo faranno perdonare, e farli far pace, lo fanno entrare in casa, e lo chiudono, acciò non eschi, e vonno andar(e) a trovar Marrocco, in questo

Poll. salta dalla finestra senza farsi vedere, loro vogliono partire per trovar Marrocco, in questo

Poll. da medico, loro lo priegano, lui finge quietarsi, lo fanno entrare, e serrano la porta, e dicono, che si vadino tutti due ad affacciare [abbracciare] dalla finestra, e loro serrano, e dicono essere imbroglia, Tartaglia batte

Poll. fa il lazzo di Marrocco, e Narciso, loro, che vengano fori tutti due per la porta, lui apre, in questo

Poll. a basso da medico, loro dicono dove è il fratello? lui, che entrerà a chiamarlo, Tartaglia e Lelio, che lui non parta, che anderan(n)o a chiamarlo loro, (et) entrano, lui resta e dice che, prima, che quelli vadino sopra anderà lui, si leva la toga, la lascia al portone, e salta per la finestra.

Dott. contro il medico per (h)averlo trattato da ign(i)orante, entra in casa

Tartaglia, Lelio e Poll. in suoi abbiti chiamando Mar[r]occo, da casa vengono fuori, non lo vedono, cercano intorno, lui li dice, che vadino cercando, che lui entrerà in casa, e quando lo vorranno, che lo chiamino, loro di sì, lui entra, e loro via

Poll. viene fuori, si pone la toga, in questo

Cov. osserva, e stà ritirato, in questo

Tartaglia e Lelio vedono quello, li dicono che non parta, che chiameranno il fratello, entrano, lui si leva la toga, la lascia al portone, e salta in casa per la finestra, in questo,

Coviello havere osservato, si pone la veste di Pollicinella, e si pone a passeggiar(e) fuori

Lelio e Tartaglia portando [portano] fuori

Poll. in suoi abbiti, chiamano il medico, Coviello suoi lazzi, (Poll.) vede quello, e vol partire, loro lo fermano, Coviello scopre [il] tutto, li sono a[d]dosso, lui esser stato furberia, ed haverla fatto (?) fare il padrone, (e) loro vogliono maltrattarlo, in questo

Oratio e Lutio (TUTTI) lo difendono, si scopre il tutto e con madrimonij si finisce la comedia. Oratio sposa Celia, Lutio Isabella e Pol. Rosetta.




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